9 novembre – Dedicazione della Basilica Lateranense
La preghiera e la vita
Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Gv 2,13-21
Questo brano è di fondamentale importanza. Infatti, in modo diverso, è riportato da tutti e quattro gli evangelisti, come gli episodi della morte e risurrezione e della moltiplicazione dei pani. Gesù scaccia i venditori dal tempio, aggiungendo: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». E Marco specifica: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera» (Mc 11,17). Poi, nella discussione con i giudei Gesù afferma: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». E l’evangelista, in riferimento alla risurrezione aggiunge: «Ma egli parlava del tempio del suo corpo», il che significa che Gesù risorto è il tempio del nuovo culto, quindi le preghiere e le offerte a Dio dovranno passare attraverso Gesù, nostro Signore. Tutto ciò è confermato da Pietro: «Avvicinandovi a lui… quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale… per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo» (1Pt 2,4-5).
Pietro raccomanda, inoltre, che i sacrifici spirituali, cioè le offerte, siano «graditi a Dio»: non siano ipocriti, ma coerenti con le scelte di vita. Passando al concreto: non si può rubare o non pagare le tasse e fare poi la carità ai poveri; onorare i genitori a parole e abbandonarli nella vecchiaia. Non è gradito a Dio presentare offerte al Signore e dopo praticare l’aborto, licenziare senza alcun sussidio gli operai e fare l’elemosina in Chiesa.
Signore, ci rendiamo conto che la coerenza di vita è costantemente minacciata dalla nostra fragilità: illumina le nostre menti perché sappiano discernere con chiarezza il bene dal male, e scalda i nostri cuori perché amiamo ciò che ci chiedi.