ITFL215

XIV settimana del Tempo Ordinario – Sabato

La continua creazione di Dio

«… Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Mt 10,27-33

Sono tanti i motivi per i quali dovremo ringraziare il Signore, quando lo incontreremo faccia a faccia nell’eternità. Il primo perché, durante questa nostra passeggiata nel tempo, ha parlato e si è fatto conoscere in mille modi. La sua parola non solo illumina il mistero che ci circonda, ma è stata fin dall’inizio, creatrice: «Sia la luce!». E la luce fu; «Sia il firmamento!», e il firmamento fu. Dio non ha parlato solo all’atto della creazione, ma lungo tutto l’arco della storia della salvezza e la Bibbia, che ogni giorno meditiamo, ne è testimone. Ha parlato ad Abramo, ai patriarchi, a Mosè, ai profeti; alcune volte direttamente, altre attraverso gli angeli, o illuminando le persone con il suo Spirito. Ci ha parlato anche direttamente quando ha inviato suo Figlio, nella persona di Gesù di Nazaret. E Gesù ci ha rivelato il pensiero del Padre, i misteri del regno dei cieli, e ha fatto luce sul perché della vita e della morte, della gioia e del dolore, sulla realtà del nostro peccato e sul nostro destino futuro. Poi la rivelazione è continuata tramite la Chiesa, le apparizioni della Madonna e lo Spirito Santo che ha, via via, illuminato gli apostoli, i santi e tutti coloro che lo hanno cercato con cuore sincero. Nel corso degli anni, dobbiamo riconoscere che ha illuminato anche noi nel nostro piccolo cammino familiare. È stata una confidenza continua, maturata nell’ascolto della sua parola, durante la quale ci ha sempre chiesto, come nel vangelo di oggi, di annunziare sui tetti quello che ci diceva all’orecchio.  Pensiamo di averlo fatto, ma non abbastanza, non quanto il Signore ci chiedeva, e nemmeno quanto la società nella quale viviamo ha bisogno. Per gli anni futuri credo che il Signore ci chieda di essere più impegnati nell’annuncio del vangelo, di mettere maggiormente la nostra parola a disposizione del suo Spirito «al momento opportuno e non opportuno» (2Tm 4,2). Se lo faremo, saremo strumenti del continuo atto creativo di Dio.

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