Triduo pasquale – Sabato Santo
Il sabato santo
Ieri, venerdì santo, abbiamo fatto memoria della morte in croce di Gesù Cristo, il vero motivo della quale non è stata l’ingiusta condanna ricevuta, ma il suo amore per noi, per gli uomini, per ogni uomo. «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna», aveva annunciato Pilato alla folla dei giudei, che chiedeva di crocifiggerlo. Egli, nel suo colloquio con Gesù, aveva cercato un motivo, anche piccolo, per poterlo condannare, ma non lo aveva trovato. Non poteva immaginare che i motivi veri della sua condanna fossero il suo infinito amore per noi e il divino progetto di riscattare i nostri peccati: «Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53,5). Domani, giorno di Pasqua, celebreremo la risurrezione del Signore, e sarà festa e gioia grande per tutti. Oggi, però, siamo chiamati a vivere la sua assenza perché è morto. Oggi noi siamo orfani e anche la Trinità è mutilata, perché il Figlio non è più in cielo, ma non è nemmeno in terra, è sotto terra tra i morti. Oggi la Chiesa non celebra l’eucaristia perché questo è il giorno in cui dobbiamo riflettere su quanto sia vitale la presenza del Signore per noi e quanto lo siano questi segni del pane e della sua parola, che egli ci ha lasciato. Oggi è un giorno di silenzio, ma non di tristezza; oggi siamo chiamati a interiorizzare l’amore infinito che Dio ha per noi, perché non c’è niente di più grande che dare la vita per amore. Oggi è giorno di gratitudine e di stupore di fronte a questa infinita donazione di Dio agli uomini. Prima della sua morte «noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada» (Is 53,6), ma dopo la risurrezione noi siamo diventati un popolo solo, costituito dal suo amore. Preghiamo il Signore perché anche questa nostra famiglia, che ogni giorno si riunisce in preghiera, sia un segno del suo amore, come una scintilla lo è di un grande fuoco.