ITFL306

XXVII settimana del Tempo Ordinario – Giovedì

Elogio dell’insistenza

Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da o2frirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto… Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Lc 11,5-13

Il fabbro che ha un pezzo di ferro da piegare, lo mette al fuoco e quando è diventato rosso comincia a batterlo con il martello per dargli la forma voluta. L’insistenza nelle nostre richieste produce lo stesso effetto dei colpi di quel martello e, vista così ha un’accezione negativa perché, più che sul convincimento, si basa sul fastidio che produce. L’insistenza, però, si rende necessaria per il fatto che le persone vivono quasi sempre con le porte chiuse. «Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi», risponde il padre della parabola di oggi all’amico che gli chiede in prestito tre pani. Ciò che giustifica l’insistenza è il motivo. Nell’evangelizzazione sembrerebbe non essere necessaria perché il missionario deve solo seminare ed è il Signore che fa crescere.

Tuttavia una certa insistenza sottolinea l’importanza dell’argomento. Per questo Paolo, quando scrive a Timoteo, dice: «Annunzia la parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta» (2Tm 4,2). L’esortazione di Paolo è un invito a non stancarsi mai di annunciare il vangelo per far aprire le porte chiuse degli uomini. Quando, invece, eleviamo le nostre richieste al Signore, dobbiamo assumere per certo che le sue porte siano sempre aperte, altrimenti verrebbe meno il concetto stesso di Signore. Tuttavia esse non sempre sono esaudite, perché il suo progetto è spesso così importante che il Signore non può permettersi deviazioni. Una richiesta, però, che è sempre accettata è quella dello Spirito Santo. Se stiamo operando per il progetto del Signore, l’intervento dello Spirito Santo potenzia enormemente le nostre capacità e il successo è sicuro. Se invece lavoriamo per i nostri progetti umani, egli li abbandona.

Questa è la nostra esperienza. Pertanto la richiesta dello Spirito Santo ha anche lo scopo di verificare se i nostri progetti siano del Signore o no.

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