XIX settimana del Tempo Ordinario – Venerdì
L’eterna staffetta della vita
Giosuè radunò tutte le tribù d’Israele a Sichem e convocò gli anziani d’Israele… Giosuè disse a tutto il popolo: «Così dice il Signore, Dio d’Israele… i vostri padri… abitavano oltre il Fiume. Essi servivano altri dèi. Io presi Abramo, vostro padre, da oltre il Fiume e gli feci percorrere tutta la terra di Canaan. Moltiplicai la sua discendenza e gli diedi Isacco. A Isacco diedi Giacobbe… In seguito mandai Mosè… Feci uscire dall’Egitto i vostri padri e voi arrivaste al mare. Gli Egiziani inseguirono i vostri padri con carri e cavalieri fino al Mar Rosso… e… sospinsi sopra di loro il mare, che li sommerse… Poi dimoraste lungo tempo nel deserto… Attraversaste il Giordano e arrivaste a Gerico. Vi attaccarono i signori di Gerico… ma io li consegnai in mano vostra… non con la tua spada né con il tuo arco. Vi diedi una terra… abitate in città che non avete costruito. Gs 24,1-13
La lunga marcia nel deserto è finita, Israele ha passato il fiume Giordano ed è arrivato nella Terra Promessa. Mosè, che ha guidato per molti anni quell’avventura, ha terminato il proprio mandato e ora il suo corpo riposa in pace sul monte Nebo, nella terra di Moab. Anche Giosuè, che lo ha sostituito nella guida, sta per terminare il proprio servizio e di lì a poco andrà a riposare nel territorio di Timnah-Serah, sulle montagne di Efraim. È l’eterna staffetta della vita, nella quale i personaggi si susseguono gli uni gli altri, compiono il loro mandato e poi il Signore li chiama a sé.
Nel brano di oggi Giosuè, dopo aver convocato gli anziani e i notabili di Israele, parla a tutto il popolo a nome del Signore. Ricorda la chiamata di Abramo, il suo passaggio del testimone a Isacco e da questo a Giacobbe. Ricorda i quattrocento anni, durante i quali il popolo ebreo ha vissuto schiavo del faraone in Egitto, e di come il Signore lo abbia liberato con mano potente, facendo annegare nel Mar Rosso i cavalli e i cavalieri egiziani che lo inseguivano. Ricorda le battaglie che Israele ha dovuto sostenere contro molti popoli durante il suo girovagare nel deserto. Battaglie che Israele ha vinto perché il Signore ha sempre combattuto al suo fianco: «non con la tua spada né con il tuo arco». Anche a noi succede spesso di rileggere la nostra storia passata: le molte battaglie sostenute, il Signore che ha sempre combattuto per noi e la Provvidenza che, come a Israele nei quarant’anni di deserto, non è mai mancata.
Siamo partiti che eravamo giovani e aitanti e ora siamo anziani e spesso un po’ stanchi, ma con il cuore lieto, come il pellegrino ebreo che si avvicinava a Gerusalemme per la festa della Pasqua. Vedeva la città lassù e trovava le forze per l’ultima salita: «Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra» (Sal 120,1-2).