ITFS157

II settimana del Tempo Ordinario – Domenica

Maria, fonte di gioia e di entusiasmo 

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto … chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù. Gv 2,1-11

Sono molte le realtà importanti nella vita di ciascuno di noi, quelle che abbiamo sognato e che vorremmo vivere felicemente: come la professione, per la quale ci si è a lungo preparati, od il matrimonio con la persona che si è scelta. Agli inizi, generalmente, le situazioni corrispondono ai desideri, talvolta addirittura li superano, ma poi, con il passare del tempo, c’è sempre qualcosa che rischia di rovinare la festa.

La pagina del vangelo di oggi ci descrive proprio questo passaggio: compare qualche problema che fa svanire la gioia e l’entusiasmo della situazione che stiamo vivendo. Allora la professione diventa una faticosa routine e la famiglia una serie di doveri da compiere. Non c’è più “il vino che allieta il cuore dell’uomo” (Sal 103,15). Nella vita quotidiana possono essere diversissimi i problemi che la appesantiscono: dai conti che non tornano, ai figli che non studiano, al coniuge che non sembra più quello di una volta; ma per tutti c’è un rimedio sicuro: invocare l’aiuto di Maria, che, come alle nozze di Cana, tutto vede.

Alcuni anni fa don Patrizio, durante un incontro di preghiera tenuto a Bergamo, ci fece riflettere sugli occhi della Madonna e su come le icone orientali li rappresentino sempre molto grandi, grandi come l’amore che ha per noi. A Maria, come ad ogni madre, non sfugge ciò che turba i suoi figli e fa di tutto per aiutarli. La vita di ogni autentico cristiano non può che essere vissuta con gioia, con la gioia della fede, della gratitudine e della lode verso il Signore. Dalla narrazione del brano di oggi abbiamo imparato a chi rivolgerci quando le difficoltà rendono tristi: a Maria, alla madre di Dio e madre nostra che, con il suo amore infinito, riesce ad ottenere per noi non soltanto ciò che è necessario, ma anche ciò che allieta il cuore.

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