IV settimana del Tempo Ordinario – Domenica
Il povero in spirito
Gesù salì sul monte: si pose a sedere e… insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace,perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia,perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Mt 5,1-12a
Su questa pagina del vangelo sarebbe bene specchiarci per tutta la vita, come alberi in un luminoso laghetto di montagna. Ogni giorno ci dovremmo chiedere se siamo miti o arroganti,se portiamo la pace o la guerra, se siamo misericordiosi oppure se non riusciamo a perdonare; se il nostro cuore è puro o torbido di passioni, di macchinazioni, di risentimenti e di odio. Dovremmo chiederci se siamo perseguitati a causa di Cristo,oppure se siamo apprezzati e stimati perché ben inseriti nelle
dinamiche e nel modo di pensare di questo mondo. Sarebbe un esame lungo, e difficilmente troverebbe posto tra i molti impegni della nostra giornata. C’è però una beatitudine, la prima – «Beati i poveri in spirito» –, che riassume un po’ tutte le altre. Allora, quando ci alziamo al mattino, poniamoci questa domanda: «Sono povero o ricco, in spirito?».
Vediamo che cosa vuol dire. Il povero in spirito è colui che si sente inadeguato per il proprio progetto di vita: inadeguato come genitore, come testimone del vangelo, come professionista, come amico delle persone che incontra durante la giornata. Il povero in spirito è colui che si sente peccatore, bisognoso di perdono e di salvezza, che è sempre alla ricerca del Signore perché gli faccia luce sugli eventi della vita che lo circondano. Il povero in spirito è colui che sa di non saper amare: non solo i nemici, ma nemmeno le persone che gli sono più vicine. Il povero in spirito è colui che avrebbe motivo per sentirsi solo, incompreso, abbandonato, malato, anziano, senza risorse. Come si fa, allora, a venir fuori da questa povertà umana per entrare nella beatitudine di chi si sente ricco, perché povero nello spirito? L’unica ricetta che conosciamo è un cammino spirituale attraverso queste strade: intensificare la preghiera per vivere sempre in comunione con il Signore, ringraziare e lodare Dio per tutto quello che ci dà, cominciando dal dono della vita e della fede; sentirsi amato e perdonato, meditare ogni giorno le Sacre Scritture nelle quali si respira il pensiero di Dio, e avvicinarsi con frequenza all’eucaristia, perché quel pane che si trasforma nel corpo di Cristo dona la vera forza per camminare sicuri per le strade del mondo. Altre ricette non le conosciamo.