ITFL338

XXXII settimana del Tempo Ordinario – Lunedì

La fede al quadrato 

«State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». Lc 17,3-6

La nostra fede ci dice che Dio pilota la storia della salvezza, la quale si dipana tra gli avvenimenti umani, alcuni guidati direttamente dal Signore, altri dallo spirito del male, e dal Signore solo permessi, per un misterioso diritto del demonio a ostacolare il cammino umano nella storia. Se poi anche gli operai del regno dei cieli, che operano per realizzare i progetti di Dio, possono permettersi, come dice il brano di oggi, di dire a un gelso di spostarsi e questo si sposta, come fa Dio, con la poca libertà che gli rimane, a orientare i fatti della storia verso il piano di salvezza universale? Il fatto è che l’uomo di fede, illuminato dallo Spirito Santo, in una certa misura possiede – come dice Paolo – il pensiero di Dio, per cui le sue azioni si orientano spontaneamente nella direzione del piano di salvezza. Quando, però, la determinazione di un evento è al di sopra delle sue possibilità, chi ha fede si appella alla potenza di Dio, il quale normalmente esaudisce la sua preghiera.

Normalmente, ma non sempre, perché anche l’uomo di fede, sia perché soggetto a tentazioni, sia per una visione parziale del piano di salvezza, fa spesso richieste di intercessione che, pur ascoltate, non sono esaudite. Le tentazioni, tuttavia, non sempre scaturiscono da desideri di eventi cattivi, che anzi, spesso, sono buoni, ma hanno il difetto di non andare nella direzione del progetto di Dio, il quale passa per strade – come il dolore, le prove e la morte – che l’uomo rifiuta per natura. Pertanto la nostra preghiera di intercessione qualche volta non è esaudita perché, in quel momento, le nostre strade non coincidono con quelle che Dio vuol farci percorrere. Questa dinamica spirituale, come abbiamo già avuto occasione di notare, viene spiegata molto bene da Giovanni in una sua lettera: «Questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in tutto quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già da lui quanto abbiamo chiesto» (1Gv 5,14-15). È semplice! Quando la nostra preghiera non viene esaudita, vuol dire che la sua volontà è diversa dalla nostra, e quello è per noi il momento in cui ci è richiesta una fede al quadrato, perché dobbiamo credere che il progetto del Signore sia più luminoso, più grande, più completo e più lungimirante del nostro.

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